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Dedicato a Giovanni Mannino
A cura della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo si è svolto nel Convento della Magione il convegno sul tema "Ustica e il Neolitico della Sicilia Nord-Occidentale". Il presidente Vito Ailara in rappresentanza del Centro Studi ha partecipato con una relazione per ricordare Giovanni Mannino, cittadino onorario di Ustica e socio onorario del Centro Studi. Ripercorrendo alcune fasi del lungo rapporto di Mannino con l'isola, durante il quale ha familiarizzato con la comunità isolana, Ailara ha sottolineato quanto Ustica gli sia grata non solo per la scoperta del Villaggio dei Faraglioni del Medio Bronzo, in sé straordinaria, ma anche per la ricostruzione della storia archeologica dell'Isola, frutto di lunghe e faticose sue indagini. Mannino è stato anche un collaboratore assiduo del Centro Studi -e gliene siamo grati- scrivendo per Lettera tantissimi articoli e firmando il bel libro "Le Grotte di Ustica" e la preziosa "Carta Archeologica di Ustica" in cui ha riassunto tutte le sue osservazioni naturalistiche e archeologiche raccolte esplorando ogni angolo dell'isola con l'acume che lo caratterizzava. «A Mannino -aggiunge Ailara- la scienza e la Sicilia deve gratitudine per il patrimonio inestimabile di ricerche e di studi che ha lasciato: libri, contributi e centinaia di articoli, cinque carte archeologiche, l'impianto del Catasto Spelelogico Siciliano, la fondazione dell'Associazione Speleo-archeologica Siciliana, ma anche la rigorosa esplorazione di 700 grotte, “zubbi” e abissi individuando in oltre 50 grotte siciliane graffiti di figure antropomorfe e zoomorfe e scoprendo -primo in Europa- i graffiti lineari, senza contare i tantissimi scavi e ricerche in centri abitati e in grotte delle province di Palermo e Trapani. Oltre all'apporto scientifico Mannino lascia anche una grande eredità morale e resta un esempio per le nuove generazioni: un esempio di uomo retto e umile, mite e rigoroso, infaticabile e appassionato del suo lavoro, coerente e tenace, buono e sensibile sino a piangere per il regalo di un vasetto di terra del "suo" Villaggio dei Faraglioni».
Mostra allestita nel 2005 in una suggestiva stradina del centro storico con originali di cartoline ed album
La mostra è stata allestita nel 2005 in una suggestiva stradina del centro storico presso un albergo dell’isola. Nelle sale interne dell’albergo originali di cartoline, album e raccolta di francobolli. Madrina Maria Bertucci Compagno, una nativa di Ustica emigrata a New Orleans da dove ha portato molte vecchie cartoline degli anni Venti e Trenta gelosamente conservate per ottanta anni dal suocero lì emigrato nel 1929.
Le venticinque cartoline esposte raccontano Ustica tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo ventesimo. Sono un estratto di una selezione più ampia che il Centro Studi nello stesso anno ha pubblicato nella collana Le Ossidiane il volume di Giuseppe Giacino e Vito Ailara, L’Isola in viaggio... Una storia di Ustica raccontata da cartoline.
Ne è uscito un quadro ricco di informazioni su un periodo storico segnato da avvenimenti di grande rilievo per l’Italia e di profonde trasformazioni per l’Europa. La mostra è introdotta da una cartolina celebrativa dell’inaugurazione del 1899 del monumento al capitano Vito Longo, usticese, Medaglia d’argento al valor militare, caduto a Dogali nel 1877 durante la prima guerra coloniale d’Abissinia.
Seguono tre vedute dell’antico centro abitato ed un gruppo di cartoline che narrano al mondo esterno, com’era uso in quell’epoca, gli eventi più significativi della vita isolana: una veduta del 1919 della piazza con il calzolaio che lavora al banchetto sul selciato, un papà che porta a spasso un gruppo di bimbi ed i primi turisti che posano, per una foto ricordo, aggrappati al Monumento davanti la Chiesa; l’arrivo festeggiatissimo del nuovo piroscafo Ustica del 1912 e lo sbarco dei passeggeri sulla spiaggia narrano di una lunga sofferenza della popolazione per i collegamenti allora molto precari; quattro cartoline sono dedicate alla narrazione di un evento triste come la deportazione nell’isola dei libici del 1911. Una foto del 1916 ritrae le autorità dell’isola con alcuni notabili della resistenza libica; altre dodici cartoline raccontano gli anni del Fascismo: una festa di San Bartolomeo Patrono dell’isola, l’inaugurazione del primo Molo Barresi poi distrutto da un temporale con delusione della popolazione, l’arrivo del gagliardetto fascista nel 1924, lo sbarco sulla banchina nuova del 1928, le sfilate di giovani fascisti, le gite in motobarca di fanciulle rigorosamente in divisa fascista, la nuova edilizia di rappresentanza dell’Ustica-bene sulla piazza. Chiude la interessante rassegna un plenilunio sul piroscafo Ustica ancorato di notte nella Cala Santa Maria.