La cartolina, edita Giovanni Caserta prima del 1906, presenta una veduta del Rione San Bartolomeo e del Fortino San Giuseppe erroneamente indicato col nome del proprietario della casa Florio sul versante orientale dell’interno del residuo cratere della Falconiera, Cap. Giuseppe Di Bartolo (e non Di Bortolo).

Che sia stata edita prima del 1906 lo si deduce dal fatto che l’edificio del mulino si sviluppava solo al piano terra, dato che ancora non era stato predisposto per ospitare il pastificio dei fratelli Caserta, avviato nel 1906. L’edificio, inizialmente una modesta casa ai margini del centro abitato, nel 1896 era stato ampliato dal sacerdote Gaetano Ailara per impiantarvi il primo mulino meccanico, «una macchina a vapore della forza di sei cavalli con accessori per la molitura del grano». L’impianto del mulino fu autorizzato dal Consiglio Comunale dopo aver accertato «che nessun pericolo vi è per la pubblica sicurezza degli abitanti» e fu sostenuto da un contributo annuo di Lire 100 «a condizione che venisse mantenuta la tariffa di centesimi trenta per tumulo di grano» (cfr Raccolta deliberazioni Consiglio Comunale 1894-96 e Raccolta deliberazioni Giunta Municipale 1896-98). L’iniziativa fu causa della scomparsa dei mulini a trazione animale.

La cartolina, non viaggiata, fa parte della collezione Di Benedetto depositata nella Biblioteca Comunale di Palermo.

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