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Programma attività agosto 2023
Programma attività agosto 2023
Mostra delle ceramiche
Coordinamento: Giacomo Lo Schiavo e Daniela Bilello
In sede in Via Refugio 29, durante gli orari di apertura: dalle 16,00 alle 20,00 escluso mercoledì
Mostra della Civiltà Contadina e Marinara
Presso l’azienda agricola Hibiscus in C.da Tramontana
Apertura dalle 16,00 alle 20,00 tranne la domenica
Coordinamento: Margherita Longo
2 agosto h. 19,00
Incontro sul tema Le condizioni dei deportati libici a Ustica e alle Tremiti.Intervengono Aldo Messina e Vito Ailara.Modera Liboria di Baudo, coordinatrice del Centro StudIdeazione.Terrazza del Centro StudiCoordinamento: Vito Ailara4 agosto h. 19,00Incontro con il dott. Aldo Messina sul tema Parapandolo e lenticchiausticese: ecologia dell’alimentazione e stress ossidativo nell’uomo.Presenta Liboria di Baudo, coordinatrice del Centro StudIdeazioneTerrazza del Centro StudiCoordinamento: Vito Ailara6 agosto h. 19,00Presentazione del libro in onore di Giovanni Mannino La Terra dei Giganti –Studi di Archeologia e Storia in memoria di Giovanni Mannino, a cura diAlfonso Lo Cascio e Antonino Filippi.Intervengono il prof. Massimo Cultraro e la dott.ssa Francesca SpataforaTerrazza del Centro StudiCoordinamento: Vito Ailara8 agosto h. 19,00Presentazione di Lettera e di Isole di SiciliaInterverranno Laura Crescimanno, giornalista di La RepubblicaEnnio Sassi editor di Lettera e gli autoriTerrazza del Centro StudiCoordinamento: Ennio Sassi e Maria Grazia Barraco18 agosto h. 21,45
Ustica: immagini, parole e suoni, dedicata al poeta, recentemente scomparso, Nicola Romano e a Bruno CampoloTerrazza del Centro Studi Via Refugio 29Coordinamento: Vittoria Salerno20 agosto h. 21,45Il coralligeno nel Mediterraneo e a Ustica, a cura di Annalisa Patania e Tatiana Geloso.Terrazza del Centro StudiCoordinamento: Annalisa Patania21 agosto h. 18,30Assemblea dei soci22 agosto h. 10,00In fondo al mar... Seawatching con la biologa marina Annalisa Pataniariservato ai bambini tra gli 8 e 11 anni.Appuntamento a Cala Sidoti. I bambini muniti di maschera dovranno essereaccompagnati dai genitori.Per informazioni e prenotazioni 339.266 9707Coordinamento: Annalisa Patania22 agosto h. 16,00Visita della grotta VinciRiservata ai soci previa prenotazione presso sede del Centro StudiAmmessa partecipazione con mezzi propriPartenza da Cala Santa MariaCoordinamento: Giacomo Lo Schiavo23 agosto h. 10,00Annullo postale speciale Piazza Capitano Vito Longo. Sarà possibile ritirare lacartolina e richiedere l'annullo speciale dalle h. 10.00 alle h. 16.00.Coordinamento: Giuseppe Giacino, Gaetano Argento, Giulio Calderaro, Valentina Bertolami, Placido Di Mento, Lo Schiavo Giacomo25 agosto h. 20.45A casa dei soci Alberto e Clara Sartorio tradizionale riunione conviviale riservata ai soci e loro consorti. Come nella tradizione ciascun partecipante è pregato di portare specialità gastronomiche da consumare comunitariamente. Intrattenimento amichevole discutendo del futuro del Centro Studi28 agosto h. 19,00Presentazione del libro Gente e luoghi di Ustica Medievale, di Mariella BarracoIntervengono il dott. Davide Bruno e l’autrice,Terrazza del Centro StudiCoordinamento: Vito Ailara
Mostre
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La Pistata delle lenticchie
La Pistata delle lenticchie
La mostra fotografica La Pistata delle lenticchie è stata esposta a Ustica nei locali del Fosso nel 2001. Autore delle foto è l’usticese Bruno Campolo, che con la sua passione per la fotografia e per la sua isola natia si è reso testimone attento a cogliere gli ultimi documenti della vita contadina, ora in profonda trasformazione tecnica, contribuendo a salvarne la memoria; autori dei testi sono Nicola Longo, socio fondatore del Centro Studi, agronomo usticese, e la figlia Margherita, titolari di un’azienda agricola specializzata nella produzione di lenticchie. I sessantaquattro pannelli della mostra hanno voluto essere un omaggio ed un segno di gratitudine alla civiltà contadina usticese. Con essa si è voluto proporre al pubblico il valore antropologico e culturale di un rapporto speciale tra l’uomo e la terra ed un documento fedele ed efficace per non disperdere nell’oblìo la tecnica di coltivazione della lenticchia di Ustica.

Nel contempo si è voluto anche dare risalto ad un alimento un tempo fondamentale nella dieta dei nostri contadini e ad un legume molto richiesto nel mercato, ed esportato con successo: un prodotto, quindi, di grande valenza economica per gli isolani. La pistata, operazione conclusiva del ciclo lavorativo della coltivazione del legume, consiste nella frantumazione all'interno dell'aia dei piccoli baccelli e dell'intera pianta ormai essiccata, nonché nella successivaspagghiata al vento per la separazione della paglia dalle lenticchie ed infine nella cirnutacon l'apposito grande setaccio circolare detto crivu. La lenticchia di Ustica (Lens culinaris Medik) è coltivata nell’isola fin dai tempi della sua colonizzazione. Il suo pregio è dovuto alla natura del terreno vulcanico ed alle sue piccolissime dimensioni, oltre che alla tenerezza, al gusto intenso ed al profumo nella fase di cottura. Seminata tra dicembre e gennaio con l’aiuto di un asino e di un aratro di ferro, la lenticchia necessita di cure particolari.
Con piccole zappette (zappudda) viene eseguita in marzo la zappuliataper eliminare le erbe infestanti: un’operazione faticosa fatta in gruppo secondo una vecchia usanza di cooperazione (aiutu p’aiutu). Le piante di lenticchie si raccolgono con molta cura nella prima metà di giugno estirpandole manualmente nelle primissime ore mattutine o, addirittura, nelle notti di luna piena, quando i baccelli ancora umidi per la rugiada trattengono il seme e restano attaccati alla pianta. Essiccate al sole (caliàte), le pianticelle vengono sparse nell’aia per essere schiacciate (ammansate) da asini spronati a correre al suo interno. Agli asini subentrano le mucche che, appaiate con un giogo, trascinano la pietra di pistariper la rottura dei baccelli. Quando i baccelli sono tutti rotti, ha inizio la spagghiata per separare il legume dalla paglia sfruttando il vento, né lieve perchè altrimenti non avverrebbe la separazione della paglia, né forte, perché porterebbe via anche il legume.
La spagghiàta coinvolge più addetti che, governando con maestria il tridente di legno, sollevano in alto lenticchie e paglia per espellere quest’ultima fuori dell’aia. Segue la paliàta, utilizzando una pala di legno al posto del tridente, per ultimare, sempre con la forza del vento, la separazione degli ultimi residui di paglia (annittata). Così si va formando al centro dell’aia il mucchio di lenticchie, ilmunzeddu. Indi l’aia viene accuratamente ripulita con piccole scope (scupitti) fatte con piante secche di lino. Nessun seme di lenticchia deve andare disperso. Non appena il munzeddu, simbolo e segno di un traguardo raggiunto, è costituito, compare nell'aia il cernitore (cirnituri) con un setaccio rotondo di pelle d’asino di un metro di diametro (crivu), che viene appeso ad un treppiedi (triangulu). La delicata fase della cernita (cirnùta) porterà ad ottenere lenticchie pronte da insaccare. La pistata, tecnica utilizzata anche per il grano, l’orzo, le fave e altri legumi, è ora soppiantata da nuove tecnologie ed è caduta in disuso. Anche per questo la mostra quindi assume il valore di un documento di particolare importanza per la tutela della memoria storica del lavoro contadino usticese.
Per approfondimenti leggere gli articoli:
* La Pistata delle lenticchie, di Nicola e Margherita Longo, in “Lettera” n. 13-14 aprile-agosto 2003.