La mostra Il confino politico ad Ustica nel 1926-27 allestita nel Museo del Carcere "Le Nuove" di Torino, in Via Borsellino 3, dove è stata inaugurata il 19 Marzo scorso, presentata da Felice Longo, in rappresentanza del nostro Centro Studi. Sono intervenuti il Direttore del Museo, Dott. Felice Tagliente, che ha ricordato alcune figure di patrioti rinchiusi in quel carcere durante il fascismo; l'avv. Bruno Segre, Comandante Partigiano e Presidente dell'A.N.P.P.I.A., che ha ricordato protagonisti della lotta partigiana e del confino politico; la prof.ssa Gisella Giambone, staffetta partigiana, figlia di Eusebio Giambone, confinato politico a Castel Baronia nell'Irpinia, combattente antifascista, medaglia d'oro al valor militare alla memoria, catturato dai fascisti a Torino nel 1944 e fucilato al poligono del Martinetto; il Dott. Antonio De Vito, figlio di Giuseppe, confinato politico a Ustica e Ponza, autore del libro dedicato al padre Il sovversivo con il farfallino, che si è soffermato sulla scuola organizzata a Ustica da Gramsci e Bordiga e su alcuni aspetti della vita confinaria a Ustica.
La mostra resterà aperta fino al 2 Aprile. La visita è libera e gratuita tutti giorni dalle 16,00 alle 17,30, mentre per chi visita il Museo rappresenta l’ultima tappa. La mostra è stata realizzata dai volontari del Centro studi e documentazione Isola di Ustica.
Mostra allestita nel 2005 in una suggestiva stradina del centro storico con originali di cartoline ed album
Ustica com'era
La mostra è stata allestita nel 2005 in una suggestiva stradina del centro storico presso un albergo dell’isola. Nelle sale interne dell’albergo originali di cartoline, album e raccolta di francobolli. Madrina Maria Bertucci Compagno, una nativa di Ustica emigrata a New Orleans da dove ha portato molte vecchie cartoline degli anni Venti e Trenta gelosamente conservate per ottanta anni dal suocero lì emigrato nel 1929.
Le venticinque cartoline esposte raccontano Ustica tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo ventesimo. Sono un estratto di una selezione più ampia che il Centro Studi nello stesso anno ha pubblicato nella collana Le Ossidiane il volume di Giuseppe Giacino e Vito Ailara, L’Isola in viaggio... Una storia di Ustica raccontata da cartoline.
Ne è uscito un quadro ricco di informazioni su un periodo storico segnato da avvenimenti di grande rilievo per l’Italia e di profonde trasformazioni per l’Europa. La mostra è introdotta da una cartolina celebrativa dell’inaugurazione del 1899 del monumento al capitano Vito Longo, usticese, Medaglia d’argento al valor militare, caduto a Dogali nel 1877 durante la prima guerra coloniale d’Abissinia.
Seguono tre vedute dell’antico centro abitato ed un gruppo di cartoline che narrano al mondo esterno, com’era uso in quell’epoca, gli eventi più significativi della vita isolana: una veduta del 1919 della piazza con il calzolaio che lavora al banchetto sul selciato, un papà che porta a spasso un gruppo di bimbi ed i primi turisti che posano, per una foto ricordo, aggrappati al Monumento davanti la Chiesa; l’arrivo festeggiatissimo del nuovo piroscafo Ustica del 1912 e lo sbarco dei passeggeri sulla spiaggia narrano di una lunga sofferenza della popolazione per i collegamenti allora molto precari; quattro cartoline sono dedicate alla narrazione di un evento triste come la deportazione nell’isola dei libici del 1911. Una foto del 1916 ritrae le autorità dell’isola con alcuni notabili della resistenza libica; altre dodici cartoline raccontano gli anni del Fascismo: una festa di San Bartolomeo Patrono dell’isola, l’inaugurazione del primo Molo Barresi poi distrutto da un temporale con delusione della popolazione, l’arrivo del gagliardetto fascista nel 1924, lo sbarco sulla banchina nuova del 1928, le sfilate di giovani fascisti, le gite in motobarca di fanciulle rigorosamente in divisa fascista, la nuova edilizia di rappresentanza dell’Ustica-bene sulla piazza. Chiude la interessante rassegna un plenilunio sul piroscafo Ustica ancorato di notte nella Cala Santa Maria.